Negli ultimi cinquant’anni lo stile di vita di molte persone si è accostato sempre più alla sedentarietà, sia a causa dell’informatizzazione che rende raggiungibile qualsiasi cosa comodamente seduti con un semplice click , sia a causa di molte tipologie di lavori che vengono svolti seduti davanti ad una scrivania.
Le numerose ore di lavoro tendono a ridurre il tempo da dedicare a noi stessi, soprattutto al nostro benessere psicofisico. In molti casi quindi le ore del nostro tempo libero le trascorriamo sul divano davanti alla tv o in altre attività analoghe.
L’essere umano tuttavia è nato per muoversi, infatti fin dall’antichità, attività come la caccia e l’agricoltura implicavano un costante impiego dell’apparato locomotore con un conseguente benessere degli altri apparati.
A causa di questa sedentarietà via via crescente, molte patologie sono insorte con una maggior incidenza tra cui il Diabete di tipo 2.
Il Diabete di tipo 2 o diabete non insulino-dipendente è la forma più frequente di diabete. Questa patologia è causata dall’insulinoresistenza ovvero l’insulina, il cui compito è quello di indurre le cellule ad accettare gli zuccheri all’interno di esse per trasformarlo in energia, diventa inefficace. In questo modo il pancreas continua ad aumentare la produzione di insulina per indurre le cellule ad accettare gli zuccheri e anche se inizialmente riesce a compensare, nel giro di poco tempo anche questo sforzo diventa inefficace. Ci troviamo così in una condizione in cui i livelli di zucchero (glucosio) nel sangue aumentano notevolmente e il corpo non è capace di produrre energia.
Per prevenire tutto ciò, negli ultimi 20 anni vari studi hanno dimostrato l’utilità dell’esercizio fisico.
Uno studio scientifico condotto nel 1997 (Pan et al, 1997), ha esaminato 577 soggetti, intolleranti al glucosio, seguendoli per 6 anni. I soggetti dello studio sono stati divisi in 4 gruppi: il primo ha avuto solamente una modifica della dieta, il secondo ha praticato solamente un programma di esercizio fisico, il terzo sia modifica della dieta che esercizio fisico mentre l’ultimo gruppo ha ricevuto semplicemente dei controlli.
Il rischio di diabete è stato ridotto del 31% nel gruppo con sola dieta, del 46% nel gruppo con solo esercizio fisico e del 42% nel gruppo con dieta più esercizio fisico.
Un altro studio finlandese ha esaminato 522 persone di mezza età in sovrappeso con ridotta tolleranza al glucosio per circa 3 anni. (Tuomilehto et al., 2001).
Anche in questo studio il rischio di diabete di tipo 2 è stato ridotto del 58% nel gruppo di intervento nel quale è stato utilizzato l’esercizio fisico.
Questi dati dovrebbero far riflettere sull’importanza della modifica del nostro stile di vita. L’attività fisica regolare dovrebbe quindi entrare a far parte della nostra quotidianità e per farlo si raccomanda di affidarsi a professionisti del settore.
Dott. Simone Crudo